Care amiche eccomi, ben tornate dalle vacanze estive! Siete pronte per una nuova stagione autunnale piena di novità glamour e particolari?
Questa calda e bella estate l’ho trascorsa un po’ nel Mediterraneo e poi ho deciso di visitare un paese, la Mongolia, che dal punto di vista turistico non è ancora così conosciuto ma, credetemi, ha un fascino infinito.
È una terra dai grandi spazi, dalle praterie sconfinate al deserto magico del Gobi alle zone alpine vicine alla Siberia. Come ben sapete voi che mi seguite da tempo, non rinuncio mai a scoprire anche nei posti fuori dalle rotte più commerciali un punto nevralgico dello shopping. E’ così infatti che anche ad Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, nella centrale piazza Chinggis Khan, ho avuto modo di fare acquisti nella bellissima boutique di Louis Vuitton nella Central Tower ed ancora andare per cachemire da Goyo e Gobi, due noti marchi mongoli, perché qui l’allevamento delle capre che danno questa soffice lana è una delle attività tradizionali principali. È un paese ancora in via di sviluppo, dopo un passato legato al regime sovietico si sta pian piano aprendo verso i mercati asiatici e non solo, modernizzandosi ma mantenendo sempre viva l’anima buddista che lo avvolge.
È stato bellissimo visitare alcuni templi come quello di “Erdene Zuu” a Kharakhorin dove le preghiere dei monaci attenti e curiosi ti liberano la mente e ti fanno capire il valore del sorriso. Ho dormito nelle tende della steppa, i famosi “ger”, piccole strutture circolari che ricordano quelle tipiche del circo ma al contempo funzionali e comodissime, che rappresentano poi l’emblema della Mongolia. Infatti occorre ricordare che circa un milione e mezzo di persone affolla la capitale ma il resto della popolazione è costituto da una etnia nomade e fiera che si sposta con queste tende da una parte all’altra del paese seguendo i vari pascoli, a seconda delle condizioni climatiche o della quantità di bestiame posseduta. È stato interessante visitare queste abitazioni spartane ma colorate all’interno e stare a contatto continuo con cavalli e cammelli, nonché fare percorsi alternativi come le piste con i fuoristrada.
Per l’occasione ho portato con me una borsa molto pratica di Hermès, la “silky bag” che all’occorrenza riponevo in valige più grandi, usate per spostarmi dal favoloso deserto del Gobi al lago di Khosvgol, al confine settentrionale con la Siberia.
È stato un viaggio unico, carico di emozioni vere come lo è questa gente semplice, ma molto elegante e soprattutto autentica. I loro abiti sono davvero particolari e fonte di ispirazione per gli stilisti.
Ora che ho acquisito la giusta carica mentale, sono pronta a partire per una esclusiva incursione al Festival del Cinema di Venezia, una città che porta con se i segreti di Marco Polo proprio dalla lontana terra mongola.
Grazia